Il fumetto debutto di Ettore Mazza
Esce in tutte le librerie italiane il 25 settembre “Il Sentiero delle Ossa” fumetto d’esordio di Ettore Mazza. Ho conosciuto Ettore e i suoi disegni a Bologna mentre frequentava il corso di fumetto e illustrazione all’Accademia di Belle Arti e pubblicava vari albetti autoprodotti come “Ho bisogno di una vacanza” e in antologie collettive insieme al gruppo di autoproduzioni, che ha contribuito a fondare, BRACE (che comprende Silvia Righetti, Francesco Saresin, Nicola Pezzato e Kalina Muhova). Questo collettivo si è aggiudicato diverse onoreficenze come miglior autoproduzione al Premio Carlo Boscarato durante il Treviso Comic Book festival 2017 e il Premio nazionale autoproduzioni al Betty-B festival nel 2018. In questa sua prima storia lunga, pubblicata da edizioni BD (con l’editing dell’ottimo Valerio Stivè che ha curato anche “Due attese” di Maurizio Lacavalla) Ettore esprime tutto se stesso la sua poetica e la sua cifra stilistica che riverbera per 170 pagine. Lo stile è molto riconoscibile: colori desaturati, elementi naturali, e tanta azione. Dal punto di vista grafico la linea chiara e colori piatti sono il binomio necessario per non distogliere l’attenzione dalle inquadrature cinematografiche e piene di pathos che ci regala la storia. Siamo nel Neolitico, 6000 anni prima di Cristo, e seguiamo le vicende di due fratelli: Acca e Gi che decidono di fuggire dalla tribù che, insieme al padre e alla madre, li tiene prigionieri. Durante il viaggio si perdono ma si ritrovano per puro caso in un bosco e accolgono, nella fuga, anche una ragazza fuggiasca a sua volta dalla tribù di appartenenza. I tre insieme intraprendono un lungo viaggio in cui si imbattono nel personaggio, profetico e misterioso, di MAC-TU. Ma varie vicissitudini e la loro voglia di scoperta li riportano ineluttabilmente al loro destino. Qui mi fermo altrimenti rischio di spoilerarvi il finale. In questa storia si corre, si cade, si viene feriti e si aggredisce per sopravvivere. Si cerca di sfuggire ad un “destino cupo che attende chi osa viaggiare da solo”. In questa storia c’’è tutta la smania, tipicamente adolescenziale, e il desiderio di non sottostare ad un destino di sopraffazione e oppressione. Ci sono uomi e donne che lottano contro l’ancestrale volere della dea-madre. In questa storia c’è l’avidità, l’ambizione e la violenza che affliggono, inesorabilmente, anche la nostra epoca.
Tutto il fumetto è scandito dai segni sul corpo che aumentano mano mano che si prosegue nella lettura.
Prima le cicatrici delle torture, la marchiatura a fuoco, i tatuaggi e poi le ferite da combattimento scandiscono lo scorrere del tempo, la crescita, l’avanzare dell’età e, non sempre parallelamente, anche dell’esperienza. Non c’è solo la preistoria, che tutto sommato fa da sfondo alle vicende, ma è un vero e proprio romanzo di formazione. I corpi sono delle mappe geografiche che segnano la strada che porta all’affrancarsi dai propri avi.. Da ogni punto di vista i personaggi si muovono senza schemi precisi e delineati. Questo primo libro di Ettore è sicuramente pieno di idee e getta le basi per una narrazione ancora più matura e consapevole. Penso che Ettore ci regalerà altre meravigliose storie all’altezza di questo esordio che si preannuncia dirompente nel panorama del fumetto italiano.
Apparso su "Il Quotidiano del Sud - l'Altravoce dei ventenni" Quotidiano del Sud - L'Altravoce dell'Italia ANNO 19 - N. 255 del 16 settembre 2019